Una Passeggiata

Credo che quando sei bambino, nè chi ti conosce nè tu ti saresti mai aspettato di diventare così come sei adesso. Tutti partiamo con idee faraoniche, ed abbiamo anche il diritto di farlo.
Semplicemente, non abbiamo la minima idea di com'è il sentiero, e diciamo "se non ci saranno curve, finirò sicuramente lì, senza troppo sudore."
E però di curve poi ne scopriamo, e ovviamente di sudore se ne versa molto di più; e ancor più ovviamente, non si arriva laggiù esattamente.
Magari in un posto vicino, magari in un altro che, guardando fisso laggiù, non avevi nemmeno visto, perchè era alla tua sinistra.

E niente, è strano trovarsi così, ma credo sia ugualmente bello. Solo, ci morde ogni tanto lo stomaco quella sensazione di nostalgia e vago rimpianto, e una vocina sussurra all'orecchio "sì, ma tu dovevi andare laggiù, non qui..Cosa ci fai qui? Non è il tuo posto."

Beh. Non è vero. Nessuno stabilisce dov'è il tuo posto, nemmeno le vocine. Semplicemente, è la voce del bambino che non si è accorto quanta strada è stata fatta e quanto sudore è stato versato per essere qui.
E' la voce di un bambino che vive in un mondo ideale dove non ci sono ostacoli.
Solo che quel mondo non esiste.
E per fortuna, guardandoti allo specchio noti che nemmeno il bambino esiste più.
E' sempre con te, per fortuna.
Ma ora ci sei tu, per fortuna.

E allora, lucidiamo il bastone per le camminate in montagna, spegniamo il fuoco e riposiamo il più possibile nel sacco a pelo, che domani si cammina.
E si suda.